Meditare permette davvero di interferire con il funzionamento del nostro cervello, tanto da modificare il nostro stato di coscienza, per giungere a questa consapevolezza gli scienziati hanno studiato il cervello dei monaci tibetani, ecco come ci sono riusciti e cosa hanno scoperto.
Studiare per meditare anni interi
In Tibet esiste il Monastero Sera Jey che, oltre ad accogliere i monaci buddhisti, è da centinaia di anni una delle più antiche università monastiche del Buddhismo tibetano.
Qui i monaci studiano circa venti anni per riuscire a meditare fino a 8 ore al giorno.
La loro routine quotidiana consiste in 4 sessioni di meditazione da due ore, per un totale di 2920 ore l’anno.
Sono dunque le persone perfette per capire cosa succede nel cervello durante la meditazione, per questo i ricercatori dell’Università di Pisa hanno deciso di iniziare il loro studio nel 2018 e oggi possono svelarci il loro segreto.
Diverse meditazioni, diversi effetti sul cervello
Gli esperti spiegano di essersi concentrati su due tipologie di meditazione praticate dai monaci di Sera Jey.
- Meditazione concentrativa, che permette di raggiungere uno stato cognitivo di consapevolezza priva di contenuto e pensiero discorsivo
- Meditazione analitica, che porta la mente a focalizzarsi su un oggetto di riflessione, per esempio un concetto filosofico o morale che viene analizzato in tutte le sue sfaccettature.
Come hanno analizzato il cervello dei monaci
Gli scienziati hanno usato l’elettroencefalogramma perché, attraverso gli elettrodi non invasivi posti sul cervello, misura l’attività del nostro cervello e le varie onde che analizza corrispondono ai nostri processi cognitivi, come la memorizzazione o la capacità decisionale, e ai nostri stati mentali, come stanchezza o il carico mentale e hanno analizzato i dati raccolti dai cervelli dei monaci.
Il cervello durante la meditazione
Gli scienziati hanno scoperto che è vero che la meditazione modifica l’attività del nostro cervello fino a sopprimere stimoli non rilevanti e distrattori, così da riuscire a focalizzarsi sull’auto consapevolezza, quindi sullo scopo della meditazione, che aiuta davvero a stare bene e in pace.
Lo studio, intitolato “Report from a Tibetan Monastery: EEG neural correlates of concentrative and analytical meditation”, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Psychology.
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